domenica 31 agosto 2014

La corsa dei cavalli ad Ischia di Castro (VT).

In occasione dei festeggiamenti per S.Ermete patrono, torna in auge in questo paesino della Maremma castrense, la tradizionale corsa dei cavalli per le strade del centro cittadino. La tradizionale gara, che negli anni passati vedeva i cavalieri ischiani sfidarsi su un pericoloso fondo stradale, era stata sospesa molti anni fà, a causa del grave rischio  che comportava  per i partecipanti.

prima della gara via Roma comincia a popolarsi di cavalli e fantini
lo spazio antistante alla partenza
si preparano gli atleti
il riposo tra una batteria e l'altra
la delusione per una corsa andata male



le schermaglie alla partenza
Gli attuali organizzatori hanno invece  realizzato,  nei giorni precedenti la gara , una  pista da concorso ippico che ha occupato  gran parte di Via Roma. La strada, si è dunque trasformata in una pista in terra ai lati della quale una doppia fila di balle di paglia  ha garantito la sicurezza di cavalli, cavalieri e spettatori. Dalle ore 16,00 di domenica 31 di agosto, ben dodici cavalieri hanno iniziato a sfidarsi in batterie da due dando luogo ad una serie di duelli che si sono protratti fino a sera.

la corsa attraversa Ischia di Castro
uno scatto alla partenza
si torna dopo una batteria
l'arrivo a Poggio Bricco
sfida fa purosangue

un'amazzone vincente
L'evento che  ha richiamato partecipanti da tutta la provincia e dalla Toscana, ha avuto un gran successo di pubblico e si spera dunque che possa divenire anche per il futuro un appuntamento fisso del mese di agosto,in grado di far conoscere il paese ed attrarre visitatori come è accaduto quest'anno.

Il concerto di musica classica a Poggio Conte. Ischia di Castro (VT):


Ischia di Castro - Dopo il rinvio per avverse condizioni meteorologiche, torna il 13 settembre alle ore 17, il tradizionale appuntamento con la musica nel meraviglioso contesto storico e naturalistico di Poggio Conte.





Si esibirà un duo di musicisti che eseguirà musiche di Chopin, Villa-Lobos,  Corsi, Dyens e Piazzolla.
Sperando questa volta nella clemenza del tempo metereologico, consiglio la partecipazione a questo evento in particolar modo a chi non ha ancora avuto modo di visitare questo meraviglioso luogo del comune di Ischia di Castro.
Per informazioni ci si può rivolgere al numero 0761/425067




sabato 30 agosto 2014

La scomparsa della famiglia Farnese.

La fine della famiglia Farnese segui' a distanza di un secolo quella della città di Castro, che grazie all'opera del Papa Paolo III era prima entrata tra i loro possedimenti e poi divenuta la capitale ducato.

papa Paolo III Farnese
foto wikipedia
In realtà, dopo la distruzione della città , Ranuccio Farnese, l'ultimo duca di Castro, aveva trovato un accordo  per cedere alla Camera Apostolica le terre del Ducato, riservando si però la possibilità di riscattarle  pagando, entrò una certa data, i debiti con la Santa Sede.

Ranuccio II Farnese
foto wikipedia
Alla morte di Innocenzo X nel 1655, Ranuccio che nel frattempo aveva sposato Margherita di Savoia, con l'aiuto dei Duchi di Modena e di Parma e dei ministri del Re, mise insieme la somma necessaria per riprendersi il Ducato, ma il nuovo papa Alessandro non riconobbe i suoi diritti e dichiarò Castro " incamerato ed incorporato ai beni della Chiesa e quindi sottoposto alle Bolle vietanti l'alienazione degli Stati della Chiesa ( Fossi ).

Innocenzo X
foto wiipedia
Ovviamente Ranuccio Farnese non si rassegno' facilmente alla perdita dei possedimenti e nel 1644, grazie al sostegno di Luigi XIV, che arrivò a minacciare un'invasione delle terre della Chiesa, venne sottoscritto un trattato di pace che prevedeva il disincameramento del Ducato da parte della Chiesa in cambio di una somma da pagare in un dato periodo di tempo. 
Questa volta però Ranuccio non fu' in grado di pagare i suoi debiti che ormai ammontavano a più di un milione e seicentomila scudi ed il ducato rimase definitivamente alla Chiesa.
Per quanto riguarda invece la famiglia Farnese, bisogna dire che nel corso degli anni, Ranuccio ,rimasto vedovo di Margherita di Savoia, aveva sposato prima Isabella d'Este figlia di Francesco I Duca di Modena e poi, alla morte di questa, in terze nozze, la sorella  Maria d'Este. Da questo ultimo matrimonio. Nacquero due figli maschi, Francesco ed Antonio che uno dopo l'altro divennero Duchi di Parma. 

Francesco Farnese
foto wikipedia
Antonio Farnese
foto wikipedia
Nel 1675 morì Ranuccio all'età di 65 anni, mentre nel 1727 morì Francesco e nel 1732 Antonio. Nessuno dei figli di Ranuccio lasciò eredi maschi e quindi, essendo l'unica erede passata ai Borboni. Con essi si estinse la Famiglia Farnese.

venerdì 29 agosto 2014

L'area archeologica e paesistica di Castro nel Comune di Ischia di Castro e del perché l'Italia e' in crisi.

La città di Castro, una meraviglia storica e paesistica, di cui mi sono più volte interessato in passato, sorge in un'area più vasta e ricca di bellezze naturalistiche ed archeologiche, nella quale spiccano tombe monumentali etrusche,  boschi, fiumi e vie cave.
In poche parole, un ben di Dio, che potrebbe, anzi dovrebbe, essere adeguatamente tutelato, valorizzato e sfruttato per  promuovere un turismo di qualità in grado di affiancarsi all'agricoltura e dare sollievo ad un territorio in crisi come ormai tutto il resto del Paese.
Anche se questo  blog e' nato per far conoscere le bellezze di un territorio poco conosciuto ma ricco di storia, tradizione e bellezze naturali, voglio oggi fare uno strappo alla regola e mostrare quello che potrebbe essere ed invece non è. Uno dei tanti casi di disinteresse che porta inevitabilmente al degrado di un patrimonio che tutto il mondo ci invidia e che, come si suol dire, potrebbe essere il nostro petrolio, la nostra fonte di ricchezza.
Inizia ora il tour fotografico nell'area archeologica di Castro :
 1)in una giornata di fine agosto, con un bel magnifico, si arriva in un parcheggio desolatamente vuoto :

ore nove, vista del parcheggio
macchine presenti una ( la mia )
la tomba a casa,   il primo monumento
che si può ammirare quando si arriva a Castro
la parte alta della tomba infestata dalle erbacce

2) superato l"ingresso della città di Castro, si prosegue verso la necropoli di Castro, su una altura tufacea dove probabilmente sorgeva un abitato etrusco :

ingresso degli  scavi dove venne trovata
la tomba della biga
tabelle turistiche

tomba dei bronzi e sullo sfondo
la tomba della biga

la parte della necropoli che
affaccia sulla valle

tomba dei bronzi allagata

tomba della biga allagata
3) dopo una dolorosa visita alla zona degli scavi archeologici, ed una triste visione delle tombe-piscina, si prosegue verso la tomba del Principe Massimo, una tomba a camera con soffitto a travetti rilevati, simili a travi. Nella necropoli di Castro rappresenta un unicum come tipologia architettonica che riporta a modelli cretani. Ovviamente non segnalata e non  visitabile :

tomba del Principe Massimo

atrio ovviamente allagato
4) proseguiamo ora verso i colombai, come  segnalato nella planimetria esposta al parcheggio :

ingresso del colombaio, anche lui non segnalato
5) Scendendo verso il fiume Olpeta, si intravvedono nel fogliame  due segnalazioni, una indica la via cava, una il sentiero per la Porta Castello. Decido di seguire il sentiero per Porta Castello :

sentiero per Porta Castello : inagibile


6) Essendo purtroppo sprovvisto di machete ripiego per le vie cava. In fin dei conti le volevo vedere da tanto tempo. Dopo aver vagato in mezzo al bosco alla ricerca di una pur minima segnalazione, intravedo finalmente il fiume Olpeta ed i ruderi di un ponte antico e  di uno moderno. Intuizione: bisogna guadare il fiume :

i ruderi del ponte antico

i ruderi del ponte nuovo
i ruderi del sentiero turistico

7) guadato il fiume, un cartellone in buone condizioni indica finalmente la giusta via. Devo dire che nonostante le difficoltà per individuarle, le via cave di Castro sono veramente belle, presentano un primo livello di epoca etrusca ed un allargamento di epoca medioevale, con un basolato che non mi era mai capitato di vedere nelle più note vie cave del grossetano.

dimenticavo, anche la via cava non sarebbe praticabile
causa caduta massi, però la rete e aperta e chi vuole entra lo stesso
la via cava pavimentata in
epoca medioevale
particolare del basolato che privo di
manutenzione stà andando in malora
via cava

in questa immagine si può notare
come la via cava sia stata allargata in epoca medioevale
8) stanco ma soddisfatto per aver comunque passato una mattinata in un luogo meraviglioso me ne torno a casa:

il parcheggio ancora desolatamente vuoto

giovedì 28 agosto 2014

L'isola Martana e la storia di Amalasunta regina dei Goti.

Chiunque decida di fare una gita in barca sul lago di Bolsena, avvicinandosi all'Isola Martana, può notare la targa che nel 1994, il Comune di Marta affisse su una parete dell'isola, in ricordo della nascita della regina Amalasunta.

isola Martana
due delle tre abitazioni private 
Figlia di Teodorico, Amalasunta nacque a Ravenna nel 495/500 d.C. e fu' una donna di grande intelligenza e cultura. Alla morte del padre, essendo il figlio Alarico ancora troppo giovane,  assunse la reggenza ed iniziò a perseguire una politica di moderazione ed avvicinamento alla cultura ed alla tradizione romana che ben presto le alienarono la simpatia e l'appoggio dell'aristocrazia gota. Iniziò per lei un periodo di scontri e congiure tese a toglierle le cure e l'educazione del figlio e che la porto' a stringere rapporti sempre più stretti con Giustiniano I nella prospettiva di fuggire a Costantinopoli portando con se il tesoro ostrogoto.

ritratto di Amalasunta
moneta forgiata durante la sua reggenza
Alla morte del figlio Alarico avvenuta nel 534 d.c., Amalasunta penso' di poter salvare il suo governo sposando il ricco  e potente cugino Teodato, all'epoca padrone della Toscana. Purtroppo , il matrimonio  andò in direzione opposta a quelle che erano le aspettative di Amalasunta, che ben presto dal marito si vide strappare il potere, assassinare i parenti e , dopo essere stata  convinta a visitare i possedimenti in Toscana, imprigionata nell'isola Martana nel bel mezzo del Lago di Bolsena dove venne assassinata nel 535.

la targa posta dal Comune di Marta
in ricordo della Regina Amalasunta
  Qui' finisce la storia ed inizia la leggenda di Amalasunta, Regina dei Goti che secondo la pietà e la fantasia popolare dopo l'omicidio fu' messa a giacere e sepolta su una carrozza d'oro che nessuno fino ad oggi ha potuto rintracciare. Si dice inoltre che nei giorni di forte tramontana i pescatori del lago riescano ad udire le sue urla.

mercoledì 27 agosto 2014

La Tomba delle Mani d'argento a Vulci (VT).

Tra il dicembre del 2012 ed il maggio 2013, gli scavi effettuati nel parco archeologico di Vulci, hanno portato alla luce  una serie di sepolture di epoca diversa in gran parte danneggiate già dall'attività dei tombaroli. L'area di scavo di circa 700 mq, si trova in un settore centrale della necropoli dell'Osteria, una delle principali zone di sepoltura tra il IX sec. e la piena età romana. Molte tombe, anche se violate in passato, hanno conservato gran parte del corredo funerario. La scoperta certamente più importante riguarda però la Tomba delle Mani d'argento.

le Mani di argento
( si noti il particolare delle unghie dorate nella mano sinista )

 Si tratta di una tomba monumentale, appartenuta sicuramente ad una famiglia di rango principesco, la cui struttura è composta da un dromus di accesso di circa 10 metri che porta ad un atrio a cielo aperto a pianta rettangolare, su ogni lato del quale si apre una camera funeraria.

i reperti così come
trovati nella sala 1/A
i reperti così come
trovati nella sala 1/C
 Delle tre, la camera di destra, fortunatamente inferiore  per importanza e dimensioni  e' stata trovata già devastata da precedenti scavi clandestini. Nelle altre due e' stato invece recuperato un ricco corredo che è oggi in esposizione nei locali del Museo Archeologico Nazionale del Castello della Badia a Vulci. 

olle con costolature
tazze a corpo baccellato
gancio in oro
elementi di collane
Per chi si trovasse in questo ultimo scorcio d'estate a trascorrere le vacanze  in Maremma, questa e' un'occasione da non perdere per entrare in contatto con lo splendore e la ricchezza dei principi etruschi  che nel VII secolo a.C. abitarono questo territorio.