lunedì 29 settembre 2014

La Maremma Castrense terra di contrabbando durante il Risorgimento.

Tratto da "Terra e unità - Ischia di Castro nel Risorgimento" di Maura Lotti, questo brano offre l'immagine di questa terra di confine, tra Toscana e Lazio durante il Risorgimento.
Terra di confine
Contrabbandieri, attivisti ed emigranti.
Il contrabbando delle armi o del materiale rivoluzionario era un surplus a quello principale delle granaglie per la questione della tassa sul macinato : si portava il grano a macinare in Toscana e si faceva rientrare farina esentasse in territorio pontificio.

il Voltone, terra di confine tra Lazio e Toscana

Questo commercio era particolarmente favorito dagli oppositori del governo in quanto rappresentava una ripercussione sfavorevole per le casse papali. Inoltre tale traffico collaudato si prestava bene come mezzo per far entrare nel patrimonio di San Pietro non solo stoffe rosse, bianche e verdi, armamenti e stampe antipapali, ma anche attivisti ne soldati in "camicia rossa". Le Bande Garibaldine che entrarono nel Territorio Pontificio erano tutte accompagnate da guide locali che sapevano bene dove far passare le varie compagnie o i gruppi di volontari e dove alloggiarli.
Trafficanti, briganti o presunti filoitaliani ( i Bocci, lo stesso Domenico Tiburzi o Alessasndro Gavazzi) venivano assoldati come scout. Dopo il 1861, vista la vulnerabilità della frontiera, l'inadeguatezza delle Forze e data la  stessa corruzione che aleggiava tra i finanzieri doganali Pio IX promise un premio di 50 scudi a chi avesse fatto catturare i contrabbandieri.

la vecchia stazione pontificia del Voltone
La strada che allora passava per la dogana del Voltone sembrava fatta apposta per facilitare il contrabbando. Attraversava e lambiva due zone in cui la dispersione era favorita da due macchie, quella del Lamone e quella del Voltone, pressochè impenetrabili da chi non ne fosse più che esperto conoscitore.

la macchia del Lamone con i suoi sentieri
Macchie che rappresentavano una sorta di cuscinetto posto tra i due stati ; infatti all'interno vi erano, ed in parti vi sono tutt'oggi, sentieri che uniscono direttamente la Toscana e territori papalini di Ischia o Farnese, senza lambire le allora strade principali.
I moti del 60 si spensero e in un proclama del 1860 venne ordinato di sospendere le operazioni rivoluzionarie ed attendere l'imminente fine del governo pontificio. Molti appartenenti della Lega dei Comuni prenderanno la via dell'esilio, e tra questi un folto gruppo di farnesani e di ischiani.

Nessun commento:

Posta un commento