mercoledì 5 novembre 2014

Le monete battute dalla Zecca della città Castro.

Nella città di Castro grazie ad una Bolla papale del 1537, emessa sotto il ducato Pier Luigi Farnese, si concedeva il diritto,  di battere   monete d'oro e d' argento. Pier Luigi Farnese fece esplorare il territorio del ducato per vedere se si trovassero  miniere di metalli adatti al conio  ma,  visti gli esiti negativi delle ricerche, alla fine   dovette ottenere dal Papa il privilegio di importare i metalli preziosi da usare nella Zecca.  

Scudo d'oro
La moneta di maggior valore era lo Scudo d'Oro del quale esistevano tre diversi coni. Nella parte anteriore del primo  Scudo,  era impressa l'arme gentilizia di Casa Farnese  in uno scudo coronato, con Gonfalone e le Chiavi Pontificie nel centro e la leggenda : P.Loisius F.Dux Cast, I. Nel rovescio era rappresentata una Croce formata da due nodosi tronchi, con quattro gigli negli angoli ed al centro il motto : Lignum naufragi Exper. Il secondo conio differiva dal primo per la leggenda che in un lato recitava  Petrus Aloisus Far, Dux Castri e nell'altro Lignum naufragi Expers. Il terzo conio era simile al precedente se non per la mancanza dei  quattro gigli.

Paolo d'argento
Dopo lo scudo c'erano i Grossi che secondo i nomi dei Papi che facevano coniare moneta, presero il nome di Giulii, Leoni, Clementii e,  solo dopo Paolo III , incominciarono a chiamarsi Paoli.  Nella parte anteriore, i paoli d'argento avevano impresso lo scudo gentilizio coronato e la leggenda : P. Aloysius Dux Castri I  e nel rovescio un unicorno che tuffava il corno nelle onde e faceva fuggire i serpenti,  con un motto che diceva : Virtus securitatem parit. I Grossi furono di diverso conio.

quattrino
Oltre  alle monete in oro e argento, a Castro si battevano i Quattrini , monete di bassa lega che subirono variazioni di valore e rimasero in circolazione fino al 1600 quando furono sostituiti da altri battuti in puro rame. 

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