giovedì 29 maggio 2014

La Pieve di San Clemente a Latera.

La Pieve di San Clemente, che in origine era una piccola cappella con una sola navata e tre altari, si trova nel punto più alto del castello, di fronte alla porta del Piano.
S. Clemente facciata
il campanile visto da vicolo Farnese
Su via Marconi, di fronte al Comune, è visibile la porta murata dell'ingresso principale della vecchia chiesa. Nel 1603, con la crescita della popolazione, fù deciso di ingrandire la chiesa, la cui facciata venne traslata e posta di fronte alla porta del Piano, e ne venne rialzato il livello tramite quattro lunghi gradini.
la porta murata
particolare 
L'accesso alla chiesa è garantito da tre porte rettangolari. L'interno della chiesa è costituito da tre navate , delimitate da colonne quadrangolari collegate tra loro per mezzo di grandi arcate. Nel 1793 vennero completati i lavori per la realizzazione  delle volte a crociera delle navate laterali. Nel lato sinistro della conca adsidale, si nota la grata del coretto, che permetteva ai Farnese di assistere alla messa senza essere vsti.
La navata centrale, più alta delle altre due, è illuminata da dieci finestre, ed il suo soffitto in legno è decorato con tinte vivaci ed al centro è visibile un dipinto che raffigura due cherubini con  i simboli del Papa e di San Clemente.
navata centrale

soffitto
In fondo al coro c'è l'altare maggiore dedicato a San Clemente, con il grande quadro di Don Domenico Rossetti di Piancastagnaio. Nelle navate laterali sono alloggiati quattro altari minori, dedicati a San Giovanni Battista, San Francesco , San Gregorio Papa ed alla Madonna del Rosario.Il fonte battesimale, in pietra di Bagnoregio fù scolpito da un certo Giovanni Antonio nel 1591.
fonte battesimale

Madonna del Carmine con
i Santi Ambrogio e Carlo Borromeo

La Madonna del Rosario
La Crocifissione

S. Clemente

Attualmente laltare non e" visibile in quanto in fase di restauro.



martedì 27 maggio 2014

Immagini del centro storico di Latera (VT).

Latera è un paese che confina a nord con la Toscana e si trova a pochi chilometri dal Lago di Bolsena, pur non affacciandosi direttamente sullo stesso. Nel suo territorio ricade anche il lago di Mezzano. Il paese è arroccato su un un costone  e domina una vallata di origine vulcanica ( la caldera ) .
il centro storico come si presenta a chi arriva dalla strada castrense
panorama 
il paese visto dalla strada che porta a Farnese
S. Clemente
la Rocca di origine longobarda
vicolo
il Palazzo Farnese
il campanile di S. Clemente 
la piazza di S. Clemente all'ingressod el centro storico
la Rocca di origine longobarda oggi sede del Municipio
vicolo Farnese
il ponte che collega il Palazzo Farnese alla Rocca
porta longobarda
vicoli del centro storico

via delle mura
le mura
la porta da cui si accede al centro storico
corso Vittorio Emanuele III
scalinata nella parte ottocentesca di Latera
il Museo della Terra









lunedì 26 maggio 2014

La presenza longobarda in Tuscia e nella maremma castrense.

Nell'approccio alla Tuscia o alla Maremma laziale, il primo impatto avviene con luoghi o storie legate al mondo etrusco-romano, allo Stato Pontificio ed al rinascimento. Visitando però le rocche o gli insediamenti sparsi nel territorio più nascosto, si finisce spesso per imbattersi in tracce relative al periodo longobardo.
La migrazione longobarda interessò il territorio dell'Alto Lazio a partire dalla fine del VI secolo a partire dalle fasi finali della guerra greco-gotica quando un loro contingente di circa 2.500 uomini con servitori al seguito venne arrulato nelle file dell'esercito bizantino in funzione antigotica.
Successivamente a questo intervento iniziò una migrazione di massa che portò all'occupazione progressiva della panisola italiana.
Insediamento longobardo di Santa Cristina a Bomarzo (VT)

Santa Cristina a Bomarzo (VT)
Nell'area  dell'Alto Lazio le prime occupazioni avvennero tra il 591 ed il 592 ed interessarono Bomarzo, Orte e Sutri che vennero però prontamente riconquistate dall'esarca Romano.
 Successivamente, nel 593, il re Agilulfo arrivò prima ad assediare Roma e poi nel 605 a depredare Orvieto e Bagnoregio. Nel 607 fù stipulata la pace con la quale si presume che venne riconosciuta da parte dei Bizantini la conquista e l'estensione dell'area di influenza germanica, che venne chiamata Tuscia Longobarda.
Negli anni successivi un'ulteriore espansione dei confini portò alla conquista di Sutri ed all'occupazione di Orte, Amelia, Bomarzo  e Blera. Questo assetto territoriale durò fino al 742, quando il re Liutprando restituì al Papa Zaccaria  le quattro città  oltre ad altri territopri precedentemente conquistati.
Con la fine del regno longobardo da parte dei Franchi,  l'Alto Lazio fù donato alla chiesa ed entrò a far parte del Patrimonio di San Pietro.
Castellardo nei pressi di Canino (VT)

Castellardo

Castellardo


Castellardo
Nei pressi  di Castro i siti longobardi più noti sono Poggio Salone a sud-ovest di Castro, Pantalla, il Fontanile di Valderico e Castellardo nel Comue di Canino.

La Rocca longobarda di Latera


domenica 25 maggio 2014

La Rocca di Latera (VT ).

Il Palazzo Farnese, che si eleva sullo scosceso terreno circostante, formando un unico corpo con la Pieve di San Clemente ed altri edifici circostanti, è oggi, il risultato di una serie di trasformazioni e di aggiunte all'antica fortificazione del 1300 costruita dal governo di Orvieto.
la Rocca di epoca longobarda
collegata al Palazzo Farnese
il ponte che collega il Palazzo alla Rocca
il Palazzo visto dal vicolo Farnese
ingresso del palazzo
Secondo il Bruti fù costruita da Ranuccio Farnese il Vecchio come sua abitazione nel 1408. Tra XVI e il XVII secolo , la Rocca fù modificata e trasformata, su progetto del Vignola,  da una struttura puramente difensiva in un una dimora nobile, che rimase pressochè inalterata fino alla morte dell'ultimo duca di Latera avvenuta nel 1668.
Il palazzo ducale, rimase in uno stato di abbandono fino al 1730 , quando fu acquistato dai Religiosi Basiliani di Grottaferrata, che costruirono il corpo di fabbrica addossato alla  facciata sud del palazzo con la creazione di un cortile all'aperto, che circondava la scalinata d'ingresso all'abitazione.
portale di ingresso al cortile
attualmente in corso di restauro

particolare del portale
con il fregio  dei Basiliani di Grottaferrata
Nei decenni seguenti furono apportate nuove modifiche che cambiarono notevolmente l'aspetto esterno del Palazzo e in particolare della facciata a ovest, rivolta verso la piazza omonima. L'abbandono, l'uso improprio e le trasformazioni operate nel 1900, chiudono la lunga serie di affronti subiti dalla Rocca, fino al restauro eseguita dall'Amministrazione Comunale nell'ultimo decennio del XX secolo.
Il Palazzo è costituito essenzialmente da tre piani : piano terra, piano primo o nobile e piano sottotetto ed è collegato con l'edificio comunale tramite un ambiente che forma una specie di ponte su via Marconi. Alla facciata della Rocca è addossato un corpo di fabbrica più recente, che si apre sulla piazza antistante. Il piano terreno era adibito a rimesse, servitù e dispense, la cucina, la cantina, tre depositi, e la stalla. Nell'androne era posta la cisterna e la scala maggiore che conduceva al piano nobile. 
Nel piano nobile troviamo un grande salone di rappresentanza con un camino monumentale ed altri ambienti, probabili stanze da letto che si affacciano sia verso la piazza, sia verso il vicolo Farnese. In uno dei corridoi, è possibile ammirare, anche se in precario stato di conservazione, un grande affresco raffigurante i personaggi della famiglia Farnese e la Madonna del Rosario.
affresco della Madonna del Rosario
particolare 
particolare del soffitto a cassettoni
nella attuale sala consiliare posta nella rocca e comunicante con il piano nobile del palazzo
affresco del soffitto del ponte su via Marconi
La Trinità degli Arcangeli
quadro attribuito al Perugino
attualmente custodito nella sala consiliare del comune
Gli ambienti sottotetto sono tutti illuminati da basse finestre e presentano un'altezza notevole per la forte inclinazione del tetto.Anche il primo piano dell'attuale Comune era di proprietà di casa Farnese, e in esso. si trovavano con molte probabilità, le stanze dove si riuniva il Consiglio Speciale di Latera, dove lavorava il Camarlingo, il Sindaco Generale e il Podestà.

venerdì 23 maggio 2014

La Penisola Bisentina.

Percorrendo la strada provinciale Martana,  da Valentano verso Capodimonte per poi girare al bivio che porta al lungolago di Gradoli, ci si imbatte nella bellissima penisola di Capodimonte.

la penisola

Dopo poche centinaia di metri, alla fine di una ripida salita, sulla destra, stretto tra due casali c'è il sentiero che conduce alla cima della penisola.

attraversando il bosco si intravede il Lago di Bolsena 

Quì si può godere di una vista meravigliosa del Lago di Bolsena ed in particolare del promontorio di Capodimonte con la sua Rocca e  l'Isola Bisentina con i  boschi  di lecci, i suoi giardini all'italiana e la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo sulla quale  la cupola del Vignola. Più in lontananza , di fronte a Marta c'è  l'isola Martana oggi disabitata ma che nel passato ha ospitato un convento di Agostiniani.

Capodimonte
Isola Bisentina

Isola Martana
Dopo aver goduto del paesaggio e della bellezza della natura è doveroso visitare i colombari che, scavati nella roccia, si aprono con una ampia finestra a strapiombo sul lago. I colombari erano  sepolcri di epoca romana, costruzioni ipogee o parzialmente interrate, con uno o più vani posti sullo stesso livello, comunicanti tra di loro e destinati a camere sepolcrali sulle cui pareti venivano scavate le nicchie che ospitavano le urne con le ceneri,  stanze dove si cremavano o vegliavano i morti.

ingresso del colombario

colombario

camera sepolcrale
apertura a strapiombo sul lago

Questa breve gita può quindi essere considerata un piacevole complemento alle tradizionali destinazioni turistiche per i visitatori del lago di Bolsena.