venerdì 11 agosto 2017

Rofalco, una fortezza etrusca nascosta nella Selva del Lamone. Farnese (VT).

Come tutti gli anni in agosto, tornano le visite guidate nell'insediamento etrusco di Rofalco. Sabato 12 grazie alla Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone con partenza da Farnese alle ore 9,00 e martedi 15, con il Gruppo Archeologico Romano, sara' quindi possibile conoscere meglio un altro fantastico angolo della Maremma Laziale.
Per gli indecisi o per le molte persone che ancora non conoscono Rofalco, pubblico nuovamente un vecchio post .
I resti di Rofalco, un piccolo insediamento tardo-etrusco, si trovano nel comune di Farnese (VT), all'interno della Selva del Lamone a circa venti chilometri a nord di Vulci, l'antica città etrusca dalla quale dipendeva.
Il sito, noto almeno dagli anni settanta, è stato prima esplorato e poi fatto oggetto di sistematiche campagne di scavo da parte del Gruppo Archeologico Romano.Nel corso degli scavi sono stati rinvenuti , anche se in numero limitato, reperti risalenti all'età del bronzo che fanno pensare ad un'occupazione saltuaria dei luoghi anche in epoca antecedente a quella etrusca. Il sito di Rofalco può essere considerato un tipico esempio di quei piccoli insediamenti fortificati che tra il IV ed il III sec a.C. sorsero , per il controllo del territorio e della viabilità, nel contesto della riorganizzazione di Vulci.
La cinta muraria rimane l'elemento più imponente del complesso archeologico.

Cinta muraria

cinta muraria presso la porta di accesso

 Questa sorge a protezione di un'area di circa 15.000 metri quadrati e sviluppa un arco di cerchio lungo circa 330 metri e si affaccia su un pendio della valle dell'Olpeta.

vista sulla valle dellìOlpeta
 Le mura realizzate a secco con grandi blocchi raggiungono in alcuni punti lo spessore di sei metri e l'altezza di quattro. Sul lato esterno della fortificazione sono state rinvenute tracce di torri a pianta quadrangolare e rampe di accesso ai camminamenti.
 Gli scavi, con un paziente lavoro di rimozione delle parti crollate, hanno riportato alla luce l'imponente struttura della porta di accesso, costituita da due ambienti a pianta quadrangolare, con pareti foderate da blocchi di tufo e straordinarie pavimentazioni in selci di trachite, che sottolineano l'uniformità delle fortezze tardo etrusche del territorio di Vulci.

porta di accesso 
porta di accesso, pavimentazione in selci di trachite
Internamente alle mura , il terreno presenta dislivelli dovuti sia alla formazione geomorfologica dei luoghi che a terrazzamenti realizzati in epoca precedente. Sono presenti anche indizi di murature ancora interrate  lungo una strada interna che attraversava l'abitato e due cisterne per l'approvvigionamento idrico.

strada che attraversava il sito
parallelamente alla cinta muraria
Nella parte centrale dell'abitato sono stati rinvenuti i resti di un edificio formato da cinque vani, tutti  delle stesse dimensioni , probabilmente destinato a magazzino e di un grande edificio a più ambienti ad uso abitativo.

magazzino
resti del quartiere abitativo

La distruzione di Rofalco, testimoniata dalla presenza di spessi strati di bruciato e dal ritrovamento di proiettili di fionda fittili, può essere collegata alla sconfitta di Vulci ed alla campagna del console romano  Tiberio Coruncanio nel 280 a.C.

frammenti di dolia
Dopo la violenta fine, il sito  venne  frequentato saltuariamente ed esclusivamente   per fini agricoli come testimoniato dal ritrovamento di ceramiche e tracce di solchi di aratro di epoca rinascimentale.

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