lunedì 1 dicembre 2014

Viaggio nella civiltà contadina. I contratti di mezzadria.#1

Maria Assunta Scarcino era una scrittrice nata in un piccolo paese della Tuscia, appassionata delle tradizioni della sua terra che studiò e divulgò, anche se poi la vita la portò a vivere in luoghi diversi e lontani. Descrivendo la sua vita da giovane ci parla di quella che fù l'esistenza della  maggior parte delle persone che abitarono questi territori fino a qualche decennio fà. Oggi tratto dal suo libro "Viaggio nella civiltà contadina. Pane e companatico ", traggo un brano che ci descrive la condizione del colono-mezzadro.
Il contratto.
"Il podere veniva affidato alla conduzione di un contadino con contratto di colono-mezzadro. Il contratto veniva stipulato dalla famiglia che abitava la casa colonica posta all'interno del podere e che doveva curare al meglio i terreni affidatigli e allevare gli animali che su tali terreni e con tale produzione potevano sopravvivere.

foto by tenutalizzzanfi.it
I raccolti, così come ogni altro prodotto degli animali, venivano divisi a metà con il "padrone"; inoltre venivano pagati gli "obblighi" riguardo le "piccole cose"; nel nostro caso, dodici capponi e quattro gallustri per Natale, cento uova per Pasqua, una gallina per carnevale, la ricotta due volte la settimana, almeno un cesto di ogni frutto prodotto.

foto by ilpalio.org
Venivano divisi a metà : grano, olive, uva, patate, fagioli, formaggio e macellati : un agnello ciascuno ( padrone-contadino) a Pasqua e un maiale ciascuno in inverno.

foto by mytuscany.it
A metà venivano divisi anche le spese e i profitti derivanti dalla conduzione del terreno, che venivano registrati sul libretto colonico. Per quanto riguarda la produzione del fieno e i terreni a pascolo venivano effettuati estimi alla consegna e al rilascio del podere".

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