domenica 2 novembre 2014

La raccolta delle olive.

In autunno un gran numero di persone che vivono in Maremma e più in generale nella Tuscia, sono impegnate nella raccolta delle olive perché qui è fortemente  radicata la cultura dell'olio. A questo proposito propongo un brano tratto dal libro della scrittrice Maria Assunta Scarino,  "Viaggio nella civiltà contadina . Pane e companatico" che tratta gli usi e costumi della Tuscia degli anni 50 e che penso che sia  utile per comprendere meglio questo territorio.
"Avere un uliveto che permetteva di raccogliere olio sufficiente per tutto l'anno era un'immensa ricchezza che si curava con grande dedizione ; come le viti, anche gli ulivi venivano regolarmente vangati intorno al tronco, debitamente concimati con letame adatto e con sovesci di legumi ( quasi sempre lupini )qualora apparissero particolarmente deboli.


Le piante centenarie venivano annualmente ripulite su tutto il tronco con interventi degni di un chirurga : lo sgubbio ( scalpello concavo adatto a scavare il legno ) entrava nel vivo del legno ripulendo la pianta da ogni possibile attacco di funghi e batteri e ridando le vigore. Gli ulivi venivano potati a scadenza biennale, mentre tutti gli anni erano ripuliti dai polloni con cui poi si intrecciavano vesti per damigiane.


A fine novembre iniziava la raccolta con il rito della preparazione e riparazione dei capanni ( cesto con manico ). Gli uomini salivano sugli alberi con la scala e, strisciando a mani nude i rametti, facevano cadere le olive direttamente nel cesto attaccato al collo con una cinghia.


 Le donne e, quando non era freddo anche i bambini, coglievano i frutti dai rami bassi e recuperavano quelli caduti tra l'erba o sulla maggese, passando molto tempo in ginocchio. La raccolta non si poteva effettuare se le piante erano bagnate, quindi si dovevano privilegiare giornate di tramontana , asciutte e fredde. Ricordo infatti che un paiolo d'acqua si teneva al caldo per farvi immergere le mani aicojaretti quando rincasavano.


Dopo cena le olive venivano diligentemente ripulite da foglie e frutti marcì e sparse sul pavimento del magazzino in attesa di essere imballate e trasportate al frantoio. La raccolta si protraeva oltre Natale e prevedeva due frangiture, una in dicembre e l'altra in gennaio, cosicché che non mancasse l'olio nuovo durante le feste".

Nessun commento:

Posta un commento