martedì 1 luglio 2014

Il brigantaggio in Maremma al tempo della famiglia de' Medici #1.

Quando si pensa al brigantaggio in Maremma, il pensiero và al periodo immediatamente successivo all'unità d'Italia ed a nomi di briganti famosi quali Stoppa nella provincia di Grosseto e Tiburzi nel Lazio.
In realtà il territorio fù afflitto da forme di banditismo fin dalla seconda metà del Cinquecento, fino alla protesta dei "Viva Maria" ed alla ribellione antifrancese di fine Settecento-inizio Ottocento.

briganti del XVII secolo
Per i banditi la Maremma costituiva  per conformazione naturale e per la sua situazione politica, un rifugio ideale, quanto, per gli stessi motivi, un incubo per le forze dell'ordine che cercavano di contrastarli.
Il territorio,  ricco di macchie, paludi e luoghi di difficile accesso, era inoltre  una terra spopolata e di confine che  permetteva il facile passaggio da uno stato all'altro.  Insomma il luogo ideale per i fuorilegge.
La situazione politica era altrettanto favorevole perchè, se è vero che la maggior parte della Maremma ricadeva fin da metà Cinquecento nel Granducato di Toscana e quindi nel controllo  della famiglia de' Medici, c'è da dire che un'altra vasta porzione faceva parte del Granducato di Piombino,  con i confini tra i due stati  tormentati e spesso messi in discussione dallo spostamento dei torrenti che li segnavano. A sud gran parte del  territorio maremmano faceva parte dello Stato dei Presidi ( prima spagnoli, poi austriaci ed infine napoletani ), del Granducato di Capalbio e poi dello Stato Pontificio. A rendere ancora più caotica la situazione, l'esistenza di numerosi feudi imperiali, granducali, ecclesiastici e misti, tutti con una propria giurisdizione e spesso in lite tra loro. Era quindi praticamente impossibile far rispettare la legge e catturare i briganti, che anzi, poterono contare su favoreggiamenti e  complicità sociali.

Francesco I de'Medici
Alla fine del Cinquecento il banditismo era  una realtà così  diffusa, che il Granduca Francesco I de'Medici emanò  il 29 maggio 1576 un primo bando generale per tutto il territorio toscano, ed ebbe poi, uno sviluppo ancor più notevole quando, a partire dal 1585 i papi Gregorio XIII e Sisto V adottarono nello Stato Pontificio una politica fortemente repressiva, con il solo risultato di spingere molti briganti a rifugiarsi oltre i confini, in Maremma.

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