domenica 29 giugno 2014

Il borgo di Pianiano nel comune di Cellere (VT).


Lasciando l'Aurelia a Montalto di Castro e prendendo la provinciale verso Valentano, subito dopo il bivio per Cellere, sulla destra, ci si imbatte nel borgo di Pianiano. Come per la maggior parte dei paesi della zona, anche questo insediamento presenta stratificazioni di epoche successive che partono dall'epoca etrusca, fino all'età medioevale e rinascimentale


borgo di Pianiano
foto by canino.info

  La tradizione orale narra di una leggendaria regina etrusca, la cui tomba si troverebbe nel punto più alto da cui si vede l'abitato. 
Riguardo all'origine del nome, due sono le interpretazioni : secondo alcuni deriverebbe da Planum Dianae  che farebbe pensare ad un tempio dedicato a Diana,  oppure da un Planum Iani, ipotesi più verosimile, che sottintende una dedica a Giano.
Pianiano a partire dal 1223, si allea con Tuscania, fino al 1400, quando viene inglobato nei possedimenti della Famiglia Farnese. Nel 1600 , l'abitato era ormai spopolato a causa della malaria, con sole tredici famiglie  i terreni incolti e la macchia come unica fonte di sostentamento.
Nel 1757, per volontà del Governo Pontificio, il borgo torna a vivere, grazie all'emigrazione  albanese. Costrette dalla persecuzione dei Turchi 45 famiglie albanesi, dopo numerose peripezie ed un terribile viaggio a piedi fino a Canino,  vengono inviate a ripopolare Pianiano. Da Roma arriva infatti l'ordine di assegnare loro in enfiteusi perpetua, alcuni terreni incolti, un certo numero di animali ed attrezzature agricole. 










Disagi di ogni genere, malaria, scarso nutrimento, l'alloggio in capanne e grotte malsane, falcidiarono anche questa piccola comunità, che decise alla fine di abbandonare il luogo per trasferirsi nel Napoletano. La pessima accoglienza da parte della popolazione locale, li fece tornare a Pianiano il 23 marzo del 1761, dove però si trovarono a confrontarsi con i nuovi affittuari che erano subentrati e con gli abitanti di Cellere. Alla fine, le 24 famiglie superstiti finirono per disperdersi nei paesi circostanti nella ricerca di  condizioni di vita accettabili.
Oggi il  piccolo borgo e' visitato da molti turisti ed ospita iniziative culturali e promozionali, tra le quali mi piace segnalare Aldiladel Giardino, una mostra mercato florovivaistica arrivata ormai all'ottava edizione.
Le fotografie sono tratte dal sito di Aldila del Giardino.

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