Come tutti gli anni in agosto, tornano le visite guidate nell'insediamento etrusco di Rofalco. Sabato 12 grazie alla Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone con partenza da Farnese alle ore 9,00 e martedi 15, con il Gruppo Archeologico Romano, sara' quindi possibile conoscere meglio un altro fantastico angolo della Maremma Laziale.
Per gli indecisi o per le molte persone che ancora non conoscono Rofalco, pubblico nuovamente un vecchio post .
I resti di Rofalco, un piccolo insediamento tardo-etrusco, si trovano nel comune di Farnese (VT), all'interno della Selva del Lamone a circa venti chilometri a nord di Vulci, l'antica città etrusca dalla quale dipendeva.
Il
sito, noto almeno dagli anni settanta, è stato prima esplorato e poi
fatto oggetto di sistematiche campagne di scavo da parte del Gruppo Archeologico Romano.Nel corso degli scavi sono stati rinvenuti , anche se in numero limitato, reperti risalenti all'età del bronzo
che fanno pensare ad un'occupazione saltuaria dei luoghi anche in epoca
antecedente a quella etrusca. Il sito di Rofalco può essere considerato
un tipico esempio di quei piccoli insediamenti fortificati che
tra il IV ed il III sec a.C. sorsero , per il controllo del territorio e
della viabilità, nel contesto della riorganizzazione di Vulci.
La cinta muraria rimane l'elemento più imponente del complesso archeologico.
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Cinta muraria |
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cinta muraria presso la porta di accesso |
Questa
sorge a protezione di un'area di circa 15.000 metri quadrati e sviluppa
un arco di cerchio lungo circa 330 metri e si affaccia su un pendio
della valle dell'Olpeta.
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vista sulla valle dellìOlpeta |
Le mura
realizzate a secco con grandi blocchi raggiungono in alcuni punti lo
spessore di sei metri e l'altezza di quattro. Sul lato esterno della
fortificazione sono state rinvenute tracce di torri a pianta quadrangolare e rampe di accesso ai camminamenti.
Gli scavi, con un paziente lavoro di rimozione delle parti crollate, hanno riportato alla luce l'imponente struttura della porta di accesso,
costituita da due ambienti a pianta quadrangolare, con pareti foderate
da blocchi di tufo e straordinarie pavimentazioni in selci di trachite,
che sottolineano l'uniformità delle fortezze tardo etrusche del
territorio di Vulci.
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porta di accesso |
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porta di accesso, pavimentazione in selci di trachite |
Internamente alle mura , il terreno presenta dislivelli dovuti sia alla formazione geomorfologica dei luoghi che a terrazzamenti realizzati in epoca precedente. Sono presenti anche indizi di murature ancora interrate lungo una strada interna che attraversava l'abitato e due cisterne per l'approvvigionamento idrico.
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strada che attraversava il sito
parallelamente alla cinta muraria |
Nella parte centrale dell'abitato sono stati
rinvenuti i resti di un edificio formato da cinque vani, tutti delle
stesse dimensioni , probabilmente destinato a
magazzino e di un grande edificio a più ambienti ad
uso abitativo.
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magazzino |
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resti del quartiere abitativo |
La
distruzione di Rofalco, testimoniata dalla presenza di spessi strati di
bruciato e dal ritrovamento di proiettili di fionda fittili, può essere
collegata alla sconfitta di Vulci ed alla campagna del
console romano Tiberio Coruncanio nel 280 a.C.
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frammenti di dolia |
Dopo la violenta fine, il sito venne frequentato
saltuariamente ed esclusivamente per fini agricoli come testimoniato
dal ritrovamento di ceramiche e tracce di solchi di aratro di epoca
rinascimentale.