giovedì 2 ottobre 2014

La romanizzazione dell'Etruria e della Maremma Castrense.

Il dominio etrusco sulla Maremma terminò nel III secolo a.C., dopo le conquiste romane di Roselle nel 294 a.C.  e di Vulci nel 280 a.C..

Vulci
foto by wikipedia
La romanizzazione del territorio ne comportò la riorganizzazione sul modello socio-economico romano  che prevedeva la creazione di nuove colonie, la centuriazione dei campi da distribuire ai  coloni e la realizzazione di infrastrutture quali porti,  strade come l'Aurelia, la via Aemilia Scauri e la via Clodia , ponti ed acquedotti in grado di garantire sia il controllo che lo sviluppo dei nuovi possedimenti.

un ninfeo romano nel comune di Gradoli sul
lago di Bolsena
Lungo le nuove strade romane che intersecavano le antiche strade etrusche, si impose il nuovo modello produttivo, incentrato sulle ville e sullo sfruttamento intensivo dei terreni. Una testimonianza di questo nuovo sistema agricolo  è, nel territorio di Ischia di Castro , rappresentato dai resti della villa romana della Selvicciola con le tracce del suo  frantoio oleario.

i resti della villa romana della Selvicciola
nel comune di Ischia di Castro
La conquista romana comportò la distruzione di molti centri etruschi come ad esempio la fortezza di Rofalco  all'interno della Selva del Lamone nel comune di Farnese, ma anche, nella prima età imperiale un nuovo impulso sia culturale che economico.

i reperti etruschi di Rofalco nella Selva del Lamone
 Il processo di romanizzazione degli ex territori etruschi si realizzò compiutamente  nell'89 a.C. con l'estensione della cittadinanza romana alle popolazioni vinte. Dal II secolo d.C. in poi iniziò la decadenza dell'intero panorama italiano e con essa anche quella della Maremma che proseguirà lenta e progressiva nei secoli successivi fino a diventare un luogo abbandonato e selvaggio fino agli inizi del novecento.








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