La storia della Maremma Castrense passa attraverso quella del Ducato di Castro e dello Stato Pontificio con le sue diocesi ed i vescovi che, dal medioevo fino al Regno d'Italia, hanno governato queste terre creando tradizioni, usi e costumi che arrivano fino ai giorni nostri. La diocesi di Castro è trattata da Carlo Nanni nel suo libro "Castro e il suo Santo Vescovo" dal quale ho tratto il brano di oggi.
Gli inizi della diocesi di Castro.
Gli inizi della diocesi di Castro si perdono nel tempo. Non c'è consenso tra gli storici nè come nè da quando sia cominciata ad esistere come diocesi. Alcuni hanno creduto che Castro sia divenuta sede Vescovile dopo la distruzione di Vulci ad opera dei Saraceni. Altri invece pensano che lo sia divenuta per il trasferimento delle sede episcopale di Vesentum, città a 15 chilometri circa da Castro, sul lago di Bolsena, là dove ora si additano le rovine del castello medioevale di Bisenzio, messa più volte a ferro e fuoco e poi distrutta ai tempi delle guerre tra i Longobardi e il ducato Romano-Bizantino, dalla fine del VI secolo fino a buona parte del secolo VIII.
Carta del Patrimonio di san Pietro in Tuscia foto by beniculturali.it |
Volendo andare oltre la contrapposizione tra le due opinioni, si potrebbe ipotizzare un percorso storico più sfumato. Nel luogo dove fu Castro, le scoperte archeologiche attestano la presenza di tre necropoli etrusche e "colombari" etrusco-romani per l'incenerizione. Per questo molti pensano ad una insediazione, nel luogo, del municipio etrusco-romano di Statonia. Comunque doveva esserci un grosso insediamento urbano apparentemente abbandonato nel periodo tardo romano. Riappare invece come luogo abitato durante il periodo delle guerre gotiche e il periodo longobardo ( sec. VI-VII). Si potrebbe ipotizzare che sia avvenuto per Castrum, quello che accadde nello stesso periodo per altri centri quali Viterbo, Orvieto, Cerveteri, Civitavecchia, ecc. cioè il ripopolamento di antichi centri etrusco-romani arroccati su rupi e quindi difendibili.
frammento di affresco della chiesa di "santa Maria intus civitatem" |
In modo simile si può pensare che i vescovi ( o i preti-plebani) con le loro comunità, in periodo di calamità e di invasioni, si siano trasferiti verso luoghi più difesi naturalmente. A Castro potrebbero essersi rifugiati varie volte, ad ondate successive, sia da Bisenzio ( sicura sede episcopale ) sia da Vulci ( sia stata essa sede episcopale o semplicemente pieve ). La cosa si sarebbe stabilizzata solo verso la fine del X secolo a vantaggio di Castro ( che assurgerà a Città, mentre Bisenzio si ridurrà ad un semplice castello e Vulci verrà abbandonata.
molto interessante
RispondiEliminastatonia,molto interessante!
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