giovedì 18 settembre 2014

Isabella Farnese.

Isabella, figlia di Mario Farnese e di Camilla Lupi, nacque a Parma nel 1593 e rappresentò una figura complessa originale e controversa, sia tra le figure femminili della sua famiglia che nell'ambiente monacale romano del 1600.
In lei convissero la natura e la cultura aristocratica, doti carismatiche ed organizzative capacità letterarie e, soprattutto molte delle incoerenze della condizione monacale e femminile del XVII secolo. 
La sua vita fù segnata quando , ancora bambina fù colpita da un'infezione da vaiolo e subito dopo da ustioni al volto e al corpo a seguito di una caduta su un braciere.  La conseguenza fù un brusco cambiamento di carattere che divenne chiuso e malinconico. La ragazza ,che era stata educata per diventare una cortigiana destinata ad un matrimonio vantaggioso, venne invece affidata alla zia Francesca, clarissa e Roma, per essere avviata alla vita religiosa. Isabella, nel corso di tutto il periodo di convincimento che durò fino a 14 anni, mostrò un carattere irriducibile, ribelle ed una repulsione per la vita monacale. Nel 1607, nel periodo di prova a casa , quasi completamente guarita dalle ferite al volto, si riadattò alla vita di corte e si innamorò di un giovane cavaliere. Quando questi morì, Isabella cadde in una profonda depressione e decise di tornare in convento a Roma per iniziare il noviziato. Nel 1609 prese i voti e divenne suor Francesca di Gesù e Maria,  continuando però a vivere la sua condizione in maniera tormentata e difficile, coltivando discipline come l'astrologia in evidente contrasto con le regole del monastero.

presunto ritratto di Isabella Farnese
foto by canino.info
Solo all'età di 23 anni riuscì a superare i suoi tormenti interiori e ad avviarsi sempre di più verso una maggiore dedizione religiosa abbandonando letture, privilegi e la condizione di monaca d'elite che le sue origini  le permettevano. Iniziò anzi un percorso mistico e contemplativo che la portò, con l'aiuto del padre, a trasformare il convento di San Rocco a Farnese nel Monastero di Santa Maria delle Grazie. Qui realizzò un luogo altamente spirituale e di penitenza nel  quale fù lei stessa, fatto insolito per l'epoca, a scrivere regole aspre nei castighi e nelle pene corporali che prevedevano l'esercizio del silenzio ed un'organizzazione molto simile a quella di Santa Chiara.

Santa Maria delle Grazie a Farnese
foto by clarisse.it
Le sue clarisse, soprannominate "le sepolte vive", e la sua fama di "madre spirituale" conquistarono ben presto il favore del Cardinale Francesco Barberini e di molte nobildonne che negli anni successivi la sostennero nella fondazione di altri monasteri ad Albano, Palestrina e, nel 1643, il Monastero della S.S. Concezione nel rione Monti a Roma. Qui morì nel 1651 all'età di 58 anni. 

Nessun commento:

Posta un commento