sabato 14 giugno 2014

Le cause del brigantaggio in Maremma.

Come ebbe a dire nella sua relazione alla Camera dei Deputati  del 16 dicembre 1862 l'Onorevole Massari , il brigantaggio altro non rappresentò che la " protesta brutale e selvaggia contro secolari ingiustizie ". Non c'è da stupirci quindi se, viste le condizioni sociali ed economiche in cui da sempre si sono venuti a trovare i territori della Maremma Toscana e dello Stato Pontificio,  fin dal XIV secolo il brigantaggio si sia affermato e diffuso.

Il Castello di Musignano
foto by canino.info
Nel trecento, Guicciardo di Baschi, signore di Scerpena, si alleo' con bande di razziatori bretoni di stanza presso il castello di Musignano nel Comune di Canino per compiere furti di bestiame nei territori senesi. Sconfitto e catturato, Scerpena divenne un presidio di una piccola guarnigione che però, date le impossibili condizioni di vita in un tale infernale ambiente, si ammutino' endo' ad ingrossare le fila di quei briganti che era stata mandata a combattere.
Nel quattrocento la situazione divenne ancor più preoccupante, a causa di una massiccia immigrazione dalla Corsica  che portò una  proliferazione di delinquenti che misero in crisi governi e popolazioni.
Nel secolo successivo, quando il Papa Sisto V si impegno' in una lotta senza esclusione di colpi nei confronti del brigantaggio, la situazione era così compromessa che per i cittadini onesti era stata istituita una carta di riconoscimento con su scritto " non bandito ".

banditi della maremma
foto by tuscia.it
Come se non bastasse, nel 1593 Ferdinando Secondo promulgò, nel Granducato di Toscana, l'editto "motuproprio"  con il quale, per ripopolare l'area oggi corrispondente alla provincia di Grosseto, garanti' l'immunita' a "cittadini di qualsivoglia nazione : Levantini, Ponentini, Spagnoli, Portoghesi, Greci, Tedeschi, Italiani, Ebrei, Turchi, Morì, Armeni, Persiani ed altri....".

Ferdinando Secondo
Granduca di Toscana
Inutile dire che tale decreto fece della Maremma la terra promessa dei delinquenti di mezzo mondo,  e che compromise e tormento' questo territorio per i secoli che seguirono.
Fu' comunque nella seconda metà dell'Ottocento che nel territorio a confine tra la Toscana ed il Lazio si verificarono le manifestazioni banditesche più significative, dovute alla presenza di briganti famigerati come Enrico Stoppa e Domenico Tiburzi.


Domenico Tiburzi
foto by tuscia.it


la Selva del Lamone
Riassumendo, i fattori che maggiormente favorirono il fenomeno del brigantaggio maremmano furono : il favoreggiamento della popolazione , soprattutto contadini e braccianti disoccupati che videro in molti briganti i riparatori di torti ed ingiustizie attribuiti al malgoverno ed ai proprietari terrieri; il favoreggiamento degli agrari che pagando ai malfattori la tassa sul brigantaggio si garantirono la pace e la vigilanza per le loro aziende; l'ambiente costituito da macchie impenetrabili che si estendevano dal mare alla Selva del Lamone ed ai boschi di Latera, rifugio ideale per i briganti ed impenetrabili labirinti per le forze dell'ordine.

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