sabato 10 maggio 2014

L'ottava rima.

Pubblico un brano tratto da "Quaderni 13" , Suoni, canti, rumori. Il paesaggio sonoro dei territori di Latera di Fulvia Caruso, ex Direttrice del Museo della Terra di Latera che tratta una delle tradizioni quasi perdute .

La poesia improvvisata.

Una tradizione antica che si è quasi persa nel territorio, ma che di recente e' stata recuperata ( almeno nella fruizione ) per iniziativa del Museo, e' quella dell'improvvisazione in ottava rima cantata.
È questa un'arte popolare dei contadini e pastori dell'Italia centrale, che cantano su una linea melodica  piuttosto scarna versi poetici in ottava rima composti in modo estemporaneo.

Incontro di poeti a braccio dei monti della Tolfa
( foto di www.viterbotv.eu )
 Un tempo numerosi e richiesti, dalla Lucchesia agli altopiani d'Abruzzo alle maremme tosco-laziale, i poeti a braccio che ancora resistono ( tra cui anche molti giovani ) rappresentano gli epigoni d'una tradizione unica, per durata e resistenza, nella storia della nostra letteratura. Un genere poetico che sopravvive nella tradizione orale e che attinge a piene mani ( anche se sempre meMuseo della Terra ) alla letteratura poetica scritta, soprattutto ai grandi poemi cavallereschi come L'Orlando Furioso e la Gerusalemme Liberata, ma anche alle Bucoliche e alla Pastoral Siringa. L'ottava rima cantata a piena voce nelle osterie, nelle frasche e nei contesti estivi e' poi sempre stata occasione di riflessione sulle vicende storiche e politiche della contemporaneità e sulle condizioni sociali e umane dei vari paesi.

Nessun commento:

Posta un commento