La famiglia Farnese
La storia dell’abitato di Farnese non può
prescindere da quella della famiglia che vi dominava, in quanto molti degli
edifici che ancora oggi si possono ammirare sono dovuti alla volontà dei
Farnese. A partire dalla fine del XIII secolo i documenti attestano la presenza in
questi territori di alcuni personaggi appartenenti alla famiglia Farnese, forse
di origine orvietana, legata alla fazione guelfa, che diventerà una delle
casate più importanti nel medioevo e nel Rinascimento, e che prende nome
probabilmente proprio da Farnese, uno dei castelli di loro proprietà (domini de
Farneto).
stemma della famiglia Farnes |
Il casato dei Farnese compare ufficialmente per la prima volta in un documento
del 1315: i “Domini de Farneto” con i loro castelli, le terre, i fedeli e i
familiari loro sono ricordati tra i primi nobili e baroni del contado di
Orvieto che affiancano il comune nella rivolta contro il rettore del Patrimonio
di San Pietro in Tuscia.
Nel 1322 la stirpe di Ranuccio di Pepo de Farneto viene inclusa nella
Declaratio dei nobili della città e del contado di Orvieto. In seguito i Domini
de Farneto rimasero fedeli alla Chiesa durante tutto il periodo dell’asilio
avignonese dei papi, e nel 1353 prestarono il loro aiuto militare al legato
pontificio cardinale Egidio Albornoz, in particolare durante le lotte contro i
Prefetti di Vico, che portarono alla restaurazione della sovranità pontificia
nel Patrimonio di San Pietro in Tuscia. Giurando fedeltà e sottomissione alla
Chiesa, i Farnese ottennero il riconoscimento sui feudi che già possedevano e
anzi aumentarono l’estensione dei loro domini, gettando le basi dei futuri
ducati di Castro e di Latera e Farnese. Nel 1354 risultano possessori di pochi
castelli: Farnese, Ischia, Cellere e una parte di Tessennano.
La fortuna della famiglia inizia con Ranuccio, figlio di Pietro e nonno di papa
Paolo III. Scampato al cosiddetto “eccidio di Ischia” (1395), e in cambio degli
aiuti resi alla Chiesa, egli divenne il banchiere della Camera Apostolica su
molti territori, per i quali assicurava la difesa e la riscossione delle
imposte. La famiglia Farnese, dunque, fino a questo momento dedita al mestiere
delle armi, spesso in modo mercenario, vede aprirsi le porte della carriera
ecclesiastica, che porteranno molti suoi esponenti al rango cardinalizio, fino
all’apice della loro fortuna con l’elezione a pontefice del cardinale
Alessandro Farnese col nome di papa Paolo III (1534).
Papa Paolo III |
Nel corso del XV secolo i Farnese sembrano staccarsi da Orvieto e appoggiarsi
invece a Viterbo.
Nel 1537 papa Paolo III Farnese costituisce per il figlio Pier Luigi il ducato
di Castro; non è provata da alcuna documentazione invece la contemporanea
istituzione del ducato di Latera e Farnese, che compare citato esplicitamente
per la prima volta soltanto in un documento del 27 agosto 1612, in cui compare
il titolo di Duca di Latera attribuito a Pietro Farnese. Probabilmente il
ducato di Latera e Farnese esisteva già dopo il 1537 di fatto, ma non di diritto,
ed ebbe come centro principale l’abitato di Farnese, in cui risiedettero i
rappresentanti di questo ramo della famiglia. Successivamente la residenza
viene trasferita a Latera, fino all’estinzione della famiglia nel XVIII secolo.
Il primo signore di Latera e Farnese può considerarsi Pier Bertoldo, figlio di
Galeazzo, che successe alla guida del feudo alla morte del padre, avvenuta dopo
il 1537. Pier Bertoldo dispose di essere sepolto nella chiesa parrocchiale di
Farnese dedicata al SS. Salvatore (1560). Sua moglie Giulia Acquaviva nello
stesso anno fece costruire la chiesa di S. Rocco con il convento annesso dei
Frati Minori Osservanti.
Uno dei figli di Pier Bertoldo, Galeazzo II, introdusse importanti norme
sull’amministrazione del feudo, tra cui la concessione dell’uso dei pascoli
della selva del Lamone agli abitanti di Farnese, uso che si conserva ancora
oggi.
Il periodo di maggiore floridezza di Farnese si deve al ducato di Mario, il
quale nel 1583 emana lo Statuto, in cui si stabilivano le norme fondamentali
per la comunità riguardanti i più disparati campi delle attività del piccolo
Stato farnesiano: dai regolamenti di giustizia, alle cariche amministrative
della Comunità, alle attività agricole, alle tariffe da tenersi da parte dei
vari artigiani, alle norme.
Nel 1585 fece costruire il convento dei Cappuccini dedicato a S. Francesco
d’Assisi. Nel 1596 fece restaurare la chiesa parrocchiale del SS. Salvatore,
dove vennero innalzati quattro nuovi altari, due dei quali decorati dal Panico.
Altre opere dovute a Mario sono la costruzione del nuovo quartiere del Borgo,
subito fuori della Porta per ospitare i suoi dipendenti, la creazione dei
parchi e giardini all’italiana della Selva, della Galeazza, di Ragnara, ora
tutti scomparsi.
Dopo la distruzione di Castro (1649), Farnese entrò a far parte della diocesi
di Acquapendente.
In questi anni il Ducato di Farnese, a causa dei forti debiti che gravavano
sulle sue casse ormai esauste, contratti per mantenere lo sfarzo della corte
Farnese nel ducato di Parma e Piacenza, viene ceduto, con chirografo di papa
Alessandro VII del 7 giugno 1658, dal cardinale Girolamo e da suo fratello, il
duca Pietro, al cardinale Flaminio Chigi, nipote del papa, per la somma di
275.000 scudi. Agostino Chigi, principe di Farnese, emanò un ulteriore statuto,
e fece costruire durante il suo principato il palazzo Chigi, attuale sede del
Comune.
Nel 1798 le truppe napoleoniche tolsero la proprietà di Farnese ai Chigi; in
seguito il paese fece parte della Repubblica Romana, per poi tornare sotto il
controllo diretto della Chiesa. Fu acquistato successivamente dai Torlonia, e
dopo l’Unità d’Italia passò allo Stato Italiano.
Palazzo Chigi |
(I testi sono stati elaborati dal Dott. Luciano Frazzoni direttore del Museo
di Farnese)
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