domenica 15 giugno 2014

Periodo eneolitico. La cultura di Rinaldone.

Nel 1903, fra Viterbo e Montefiascone, furono scoperte delle tombe con caratteristiche singolari, estranee al resto delle scoperte fino ad allora eseguite in quel territorio. Questi nuovi ritrovamenti nell'ambito del periodo preistorico verranno denominate Cultura di Rinaldone  dal nome della località .
In base a successive ricerche si stabilì che le popolazioni rinaldoniane furono attive nella fase finale del Eneolitico agli inizi dell'Eta' del Bronzo specialmente nella Valle del fiume Fiora, zona di grande rilevanza preistorica e protostorica al confine fra Toscana e Lazio. Le località rinaldoniane più conosciute ed indagate del comune di Ischia di Castro sono Fosso delle Fontanelle, Arsa, Ponte San Pietro, Ortaccia, Chiusa di Ermini e Volparo.
Probabilmente originari dell' Anatolia, i rinaldoniani sono, in base ai ritrovamenti di armi piuttosto elaborate in pietra e rame, accreditati di un'indole guerriera. 

asce a martello
Museo Civico di Ischia di Castro
punte di frecce
Museo Civico di Ischia di Castro
Si suppone che praticassero una importante attività estrattiva e metallurgica, sfruttando le ricchezze minerarie del Monte Amiata, del Mancianese e dei Monti di Castro.
In base ai ritrovamenti a fine impasto  brunastro e nero, si ritiene che dovessero avere una tecnica accurata ed un buon gusto.

vaso a fiasco
Museo Civico di Ischia di Castro

vaso a fiasco
Museo Civico di Ischia di asgtro
 Per quanto riguarda gli ornamenti, i rinaldoniani facevano largo uso di collane fatte con denti di volpe, di cane, di pietre diverse e di perline di antimonio. Una delle loro caratteristiche etnicamente distintive era la sepoltura dei defunti in posizione fetale dentro piccole tombe a forno in cui venivano deposti anche gli oggetti del corredo. Le genti del Rinaldone inoltre, scarnificavano e coloravano gli scheletri dei loro morti con ocra rossa e spesso mettevano una grande pietra sul petto dei cadaveri. La pratica sacrale più feroce era tuttavia quella del l'uccisione della vedova che veniva seppellita accanto al marito, come venne scoperto in una tomba presso il Ponte San Pietro, dove accanto ad un guerriero venne rinvenuti lo scheletro di una giovane donna con il cranio fracassato da un colpo d'ascia.

tomba della vedova
Museo Etnico Pigorini di Roma
Organizzati in nuclei sociali di venti, trenta persone governati da un capo o patriarca, i Rinaldoniani dediti alla caccia, alla pastorizia ed in misura minore  all'agricoltura, abbandonavano i territori occupati allorché le risorse naturali si esaurivano.
Fra i vari clan doveva sussistere una continua conflittualità che molto probabilmente portò a lungo andare all'annientamento culturale e fisici dei Rinaldoniani.

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