domenica 22 giugno 2014

Archeoastronomia. Il solstizio di inverno a Poggio Rota.

L'archeoastronomia e' la scienza che studia i reperti archeologici che ci tramandano il ricordo dell'attività di osservazione e studio dei corpi celesti portata avanti da individui appartenenti alle culture antiche.
L' osservazione del cielo   rivesti'un ruolo di primaria importanza presso le antiche popolazioni, ancor prima della formazione di vere e proprie civiltà. La celebrazione del solstizio d'inverno era una pratica diffusa in tutta Europa poiché era vista come il momento della rinascita del Sole e della Madre Terra che, dopo il periodo del freddo e delle tenebre, si preparava al tempo della luce ed dell'abbondanza.
In agricoltura, questo coincideva con la previsione dei tempi delle futura semina, che presso le antiche culture avveniva in primavera, in modo da poter avere il raccolto prima dell'inizio del successivo inverno.
Le feste del solstizio rappresentavano in pratica, la vittoria del Sole sulle tenebre in quanto questo, inverte il moto apparente dei suoi punti di vista al sorgere ed al tramonto sia all'orizzonte astronomico che a quello naturale locale, descrivendo giorno dopo giorno archi apparenti sempre più ampi sulla sfera celeste, i quali culmineranno con la massima altezza al successivo solstizio d'estate. Erano i quindi sacerdoti che presso le varie culture, a seguito di osservazioni astronomiche , prevedevano la data per favorire le celebrazioni delle feste e dei riti propiziatori del solstizio .

Planimetria con gli allineamenti più significatici
foto by www.duepassinelmistero

 A Poggio Rota questo fu' possibile intorno al 2300 a.C., grazie alle osservazioni del tramonto del Sole attraverso una fenditura appositamente realizzata su un monolito.
Al solstizio d'inverno, il Sole raggiunge la sua minima declinazione , pari a -23.5 gradi. Questa e' la ragione per cui le giornate sono molto corte e le notti molto lunghe. Per gli antichi questo era il momento drammatico, durante il quale la natura era come sospesa in una morte simbolica. Morte del Sole e della luce che erano considerate divinità fecondatrici, apportatrici di calore e quindi di vita e di benessere.

la fenditura dalla quale i sacerdoti osservavano
il moto solare
 Il giorno del solstizio d'inverno rappresentava dunque un'inversione di tendenza, il momento nel quale il Dio Sole tornava a crescere ed a manifestare di nuovo il suo potere. Questo periodo dell'anno veniva quindi festeggiato con grandi fuochi ad illuminare la notte, per incoraggiare il ritorno della luce, e con essa della vita e della fertilità. In particolare a Poggio Rota era possibile seguire il moto apparente del Sole già un mese prima del solstizio, in modo da poter preparare per tempo i riti e le celebrazioni.

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