giovedì 1 maggio 2014

Castro. Riscoperta dell'antica capitale farnesiana di Anna Laura. #6

Nel 1648 la sede vescovile di Castro, vacante dal 1646, venne affidata da Papa Innocenzo X al barnabita Cristoforo Giarda contro il volere di Ranuccio II, ultimo Duca di Castro, il quale pretendeva di applicare, come era stata prassi fino ad allora, la prerogativa ducale di segnalare e nominare il vescovo del suo Stato.
L'assassinio del presule, compiuto lungo la via Cassia durante il viaggio verso Castro, ad opera di sicari di Ranuccio II, provocò la risposta tremenda di Innocenzo X : l'ordine di occupare il Ducato di Castro e di demolire la città capitale fin dalle fondamenta.

rovine dell'Hosteria nella piazza Maggiore

I cittadini di Castro vennero scacciati e dispersi nei centri vicini e la città messa a sacco e rasa al suolo con metodica determinazione, dal settembre al dicembre 1649. Si tramanda che venne gettato sale sulle rovine ed a ricordo della città fù posta una colonna su cui la scritta " Quì  fù Castro " ne decretava la definitiva scomparsa.
Secondo le fonti ed in base a riscontri archeologici, la distruzione sistematica degli edifici venne effettuata mediante picconi, leggere mine, uso di funi. Lo smantellamento, soprattutto per quanto riguarda le facciate, fù realizzato per ribaltamento a 90°, dalla posizione verticale all'orizzontale, lasciando in sito le macerie spesso a coprire le strutture ancora in piedi dei piani inferiori dei palazzi. Gli edifici costruiti in blocchi di tufo con membrature architettoniche in travertino, vennero per così dire " smontati ", ed elementi pressichè integri lasciati al suolo.
Nel corso dei secoli , l'azione della natura , l'incuria totale ed il saccheggio continuo, hanno falsato l'aspetto del pianoro su cui sorgeva la città, tanto che allo stato attuale, è difficile avere una chiara disposizione planimetrica della città. Questa può essere comunque suggerita e ricostruita tramite stampe e disegni dell'epoca.

pianta dell'Hosteria costruita sulla piazza Maggiore

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