Oggi voglio presentare brevemente le rovine di Castellardo, un luogo che testimonia la presenza dei longobardi nel territorio della Maremma castrense. Il sito, oggi immerso nella pace della campagna che circonda Canino, compare per la prima volto in un documento del 1175, nel quale i feudatari vengono citati come "Lombardi". Il castello, il cui nome deriverebbe dal francese "chatelard ", controllava la strada che nel Medioevo permetteva di raggiungere Roma senza dover passare per le zone malariche e paludose attraversate dall'Aurelia.
Dopo una serie di dispute tra Viterbo e Tuscania, Castellardo fu' occupato dalle truppe pontificie fino al 1337. Passato prima sotto il controllo di Montefiascone e poi sotto quello degli Orsini di Bracciano, nel 1459, per motivi ancora poco chiari, venne distrutto dagli stessi abitanti di Canino.
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la cinta muraria che protegge il mastio centrale
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le mura nella parte più alta del castello |
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mura costruite con piccoli blocchi di tufo |
Oggi, dopo gli scavi compiuti dal Gruppo Archeologico Romano, appaiono le rovine delle fortificazioni murarie, in blocchi di tufo, articolate su due cinte. Una, la più interna, proteggeva il mastio centrale che, dominando dall'alto la zona circostante, permetteva il controllo del territorio ed in particolare delle vie di comunicazione.
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le rovine della parte abitata ai piedi del mastio centrale |
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i resti delle grotte abitate |
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grotta scavata nel tufo |
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cisterna nei pressi delle abitazioni |
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una delle cisterne che assicuravano le scorte di acqua durante gli assedi
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La seconda cinta, quella più esterna, proteggeva invece l'abitato che sorgeva su un pianoro ai piedi del mastio. L'abitato era costituito per lo più da case costituite in parte da grotte scavate nella roccia ed in parte da muri in tufo.
Nella parte alta del castello, e' anche possibile sostare all'ombra di alberi di alto fusto, nel pianoro che ospita ogni anno una celebrazione in costume organizzata dagli abitanti di Canino.
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