giovedì 24 aprile 2014

In-solita Castro - M.Lotti

Castro (VT) -  Il sito è conosciuto principalmente per la sua distruzione ed il suo nome è indissolubilmente legato alle vicende della casa Farnese; altra notorietà gli è conferita in ambito religioso/devozionale dal Santuario del S.S. Crocifisso di Castro. In realtà questo luogo ha molte altre storie da raccontare…
La testimonianza medioevale che l'Alberti diede di Castro fu di una città “... totalmente da rupi et caverne intorniata che pare a quelli che la veggono piuttosto di intrare in una spelonca da selvaggi animali habitati che da domestici uomini...”, e questo deve essere stato il suo aspetto fin dal primo Medioevo.

Chi visiti oggi la distrutta Città di Castro, percorrendo il nuovo e comodo sentiero pavimentato che vi conduce, si trova davanti alle rovine della capitale della famiglia Farnese, una città bloccata nel tempo al 1649. I resti sono quelli di palazzi dalle facciate sfarzose, immaginabili dai progetti del Sangallo, di chiese e abitazioni arricchite da travertino scolpito, i cui resti si ammassano sul terreno. Al momento della sua distruzione Castro era una cartolina, un biglietto da visita ad immagine del potere Farnese.

Sentiero di accesso alla Città di Castro
 Vero è però che quest'iconografia, impressa nell'immaginario collettivo, corrispose a realtà solo per pochi decenni. Prima di essere toccata dalla mano del Sangallo, Castro era stata ben altra cosa in momenti di questo luogo non tangibili eppure presenti nella sua storia: l’etrusca Poggio Buco, la romana Statonia, il presidio longobardo fuori porta di S. Silvestro, il ghetto ebraico.
L’immagine della “diruta città di Castro” fu anche scelta come simbolo risorgimentale da un’associazione patriottica locale, l’ Associazione Castrense (1848-1849). Da qui emanava i suoi proclami con lo scopo dell’ “…indipendenza ed unità nazionale, sviluppo progressivo della libertà, meglioramento intellettuale, morale e materiale del popolo”.

Rovine di Castro


 Il messaggio del suo giuramento fatto sotto il S.S. Crocifisso di Castro, unico superstite della distruzione voluta dal papa Innocenzo X, era quello della volontà di creare “…uno Stato moderno, in senso unitario, proprio dalle rovine che un governo ecclesiastico aveva provocato” (M. Lotti, Terra e Unità, D. Ghaleb Editore, Vetralla, 2013).

Proclama del 1849 dell'Associazione Castrense

E proprio dalla metà dell’Ottocento e nel momento risorgimentale prese sempre più fede tra le popolazioni locali la devozione al S.S. Crocifisso di Castro, tanto che nel 1870 il maggior afflusso di fedeli portò all’ampliamento del santuario.

1 commento:

  1. post molto interessante con notizie assolutamente sconosciute ai non addetti ai lavori, complimenti

    RispondiElimina