Il Risorgimento italiano fu vissuto nel Viterbese essenzialmente dai ceti più abbienti e culturalmente avvantaggiati. Nella Maremma Castrense in particolare, si ricordano gli scontri avvenuti a Farnese nei quali si affrontarono forze repubblicane contro sostenitori clericali. Nel 1848 venne fondata l'Associazione Castrense, composta per lo più dalle elites che abitavano i comuni un tempo ricompresi nello scomparso Ducato di Castro. L'associazione si riuniva inizialmente una volta al mese per promuovere iniziative atte ad accrescere "l'incivilimento popolare" ( come previsto dallo statuto ), ma poi, dopo i rovesci della I Guerra di Indipendenza , si trasformò in una vero e proprio circolo politico che operava per mantenere vivo nella popolazione lo spirito patriottico ed il sentimento unitario.
La prima riunione dell'associazione, repubblicana ed anti papalina, si tenne sulle rovine della città di Castro, proprio per ricordare il potere papale che portò alla distruzione nel 1649 della capitale del Ducato di Castro.
Dell'associazione rimangono alcuni documenti come lo statuto e due appelli, uno al popolo che si conclude inneggiando alla Repubblica Romana ed un altro rivolto ai soldati francesi sbarcati a Civitavecchia con l'invito a non combattere contro la Repubblica Romana, nel nome dei principi della Rivoluzione Francese.
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