giovedì 11 settembre 2014

Il bucchero etrusco.

Il bucchero è una ceramica  prodotta per la prima volta  dagli etruschi intorno al 670 a.C. a Cerveteri, per realizzare vasellame a costi inferiori rispetto a quello  in metallo. Gli oggetti in bucchero hanno la caratteristica , oltre ad essere di colore nero  sia in frattura che in superficie, di avere un suono metallico. Dopo un primo periodo di produzione compreso tra il 670 ed 580 a.C., le pareti dei vasi vennero inspessite ed abbellite con lavorazioni  a stampo. La tecnica di realizzazione prevede la cottura degli oggetti in un forno ad una temperatura fra i seicento e gli ottocento gradi e l'utilizzo di legnetti verdi che, producendo fumo,  creano un ambiente di cottura fortemente riducente che porta alla diminuzione  dell'ossigeno e quindi alla trasformazione dell'ossido ferrico di colore rosso in ossido ferroso di colore nero. 

Museo di Ischia di Castro
Museo di Ischia di Castro
I vasi etruschi nelle forme più famose quali i Kyathoi, i Kantharoi e le Oinochoai e più in generale tutti gli oggetti legati al banchetto, sono oggi esposti nei musei di tutto il mondo e riprodotti in tutti i libri che si occupano della civiltà degli etruschi e quindi noti ai più. Quella che invece potrebbe risultare curiosa è   l'origine della parola "bucchero" che non deriva da un termine etrusco o latino, ma dal vocabolo spagnolo "bucaro". 

Museo di Vulci
Museo di Vulci
Questo termine indica una ceramica nerastra diffusa in America Latina nel XVIII secolo ed importata in Italia proprio nel periodo in cui i primi scavi delle necropoli etrusche portavano alla luce i reperti  che, essendo molto simili ai contenitori americani,  vennero chiamati buccheri.

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