Quando si pensa al brigantaggio in Maremma, il pensiero và al periodo immediatamente successivo all'unità d'Italia ed a nomi di briganti famosi quali Stoppa nella provincia di Grosseto e Tiburzi nel Lazio.
In realtà il territorio fù afflitto da forme di banditismo fin dalla seconda metà del Cinquecento, fino alla protesta dei "Viva Maria" ed alla ribellione antifrancese di fine Settecento-inizio Ottocento.
Per i banditi la Maremma costituiva per conformazione naturale e per la sua situazione politica, un rifugio ideale, quanto, per gli stessi motivi, un incubo per le forze dell'ordine che cercavano di contrastarli.
briganti del XVII secolo |
Il territorio, ricco di macchie, paludi e luoghi di difficile accesso, era inoltre una terra spopolata e di confine che permetteva il facile passaggio da uno stato all'altro. Insomma il luogo ideale per i fuorilegge.
La situazione politica era altrettanto favorevole perchè, se è vero che la maggior parte della Maremma ricadeva fin da metà Cinquecento nel Granducato di Toscana e quindi nel controllo della famiglia de' Medici, c'è da dire che un'altra vasta porzione faceva parte del Granducato di Piombino, con i confini tra i due stati tormentati e spesso messi in discussione dallo spostamento dei torrenti che li segnavano. A sud gran parte del territorio maremmano faceva parte dello Stato dei Presidi ( prima spagnoli, poi austriaci ed infine napoletani ), del Granducato di Capalbio e poi dello Stato Pontificio. A rendere ancora più caotica la situazione, l'esistenza di numerosi feudi imperiali, granducali, ecclesiastici e misti, tutti con una propria giurisdizione e spesso in lite tra loro. Era quindi praticamente impossibile far rispettare la legge e catturare i briganti, che anzi, poterono contare su favoreggiamenti e complicità sociali.
Alla fine del Cinquecento il banditismo era una realtà così diffusa, che il Granduca Francesco I de'Medici emanò il 29 maggio 1576 un primo bando generale per tutto il territorio toscano, ed ebbe poi, uno sviluppo ancor più notevole quando, a partire dal 1585 i papi Gregorio XIII e Sisto V adottarono nello Stato Pontificio una politica fortemente repressiva, con il solo risultato di spingere molti briganti a rifugiarsi oltre i confini, in Maremma.
Francesco I de'Medici |
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