martedì 29 aprile 2014

Castro. Riscoperta dell'antica capitale farnesiana di Anna Laura. #5

Nel 1545, il trasferimento del Duca, insignito del Ducato di Parma e Piacenza, più grande e prestigioso, segna l'inizio della decadenza di Castro con conseguente depauperamento di genti e di beni. I progetti sangalleschi non vengono portati a compimento. L'esodo seguito al trasferimento di Pier Luigi comporta il venir meno della volontà di spendere in Castro somme notevoli, richieste invece pressantemente da altri progetti farnesiani.
E' dato storico che la nuova unità stilistica urbanistico-architettonica per Castro, totalmente ridisegnata dal Sangallo, non ebbe mai modo di  realizzarsi : fù costruita solo parzialmente la nuova piazza, mentre furono ben presto abbandonate e probabilmente non completate numerose abitazioni progettate dal famoso architetto.

rovine di una casa in Castro

Gustavo Giovannoni nel suo studio del 1959 su Antonio da Sangallo il Giovane, scrive : " Strane sorti quelle tra loro connesse di Antonio da Sangallo e della città di Castro. Il primo, che pure è stato il maggior realizzatore dell'architettura del 500 non ci ha lasciato nessuna opera architettonica che ci sia pervenuta integralmente sua. Castro, nata con un'energia così fervida e rapida da ricordare, a dire di Annibal Caro, il Rinascimento di Cartagine, è stata un secolo dopo completamente distrutta...".



Duomo di S. Savino

I debiti contratti dai Farnese ( che da Parma si disinteressarono della città di Maremma, sebbene ne traessero cospicue rendite a garanzia del " Monti Farnesiani" , costituiti a Roma per permettere gli sfarzi della corte parmense) e la loro insolvenza verso i banchieri romani, l'ostilità delle nobili famiglie romane, la stessa autonomia ottenuta nell'ambito dello Stato Pontificio da Castro e il suo Ducato, determinarono contrasti acerrimi con l'Amministrazione Pontificia che sfociarono nella " Guerra di Castro" ( 1641-1644).
continua

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